Più di 800 partecipanti, più di 120 speaker, più di 50 tra community e media partner e oltre 20 aziende. Sono questi, in sintesi, i numeri della prima edizione del Wellbeing Happiness Forum, il primo evento italiano nato per ripensare al lavoro e per mettere al centro la felicità e il benessere dei dipendenti.
Benessere in azienda: serve un approccio integrato e di lungo corso. I numeri parlano chiaro: i dati delle ricerche Happiness at work 2025 di OMM Business (azienda attiva nel settore della formazione che, da diversi anni, cerca di promuovere i vantaggi della meditazione nelle imprese per aumentare la produttività e ridurre lo stress) e quelli della Fondazione Patrizio Paoletti (ente filantropico ed ente di ricerca nato per volontà di Patrizio Paoletti e di un gruppo di ricercatori, pedagogisti, psicologi, sociologi, medici e imprenditori) confermano in maniera decisa la necessità di una trasformazione radicale all’interno delle aziende. Se è vero, infatti, che i lavoratori ormai sanno come essere felici anche in ufficio e attribuiscono un’importanza cruciale ai valori aziendali, si riscontrano notevoli difficoltà nella relazione con gli altri e nel senso continuo di urgenza che erode il benessere quotidiano. Ed è su questo che bisogna lavorare.
Occorrono una presa di posizione netta e un’azione concreta perché, solo in Europa, 1 adulto su 5 soffre di ansia o depressione e, a livello globale, si perdono circa 12 miliardi di giornate lavorative ogni anno per ansia e depressione, con un costo per l’economia di 1.000 miliardi di dollari. Tutelare il benessere dei dipendenti rappresenta, dunque, il vero vantaggio competitivo: le aziende che hanno investito nel benessere mentale hanno registrato una maggiore fidelizzazione, meno giorni di malattia e un aumento della produttività fino al 40-60%.
Ma quali sono i passi per mettere al centro la salute e la felicità dei lavoratori? Il primo passo è certamente insegnare a cambiare prospettiva e osservare le difficoltà da un punto di vista più ampio; il secondo, invece, è legato al concetto “dalla testa al corpo”, ossia evitare di ignorare i segnali del proprio corpo e provare a non affidarsi soltanto al pensiero razionale; l’ultimo – non meno importante – è promuovere consapevolezza e attenzione perché il multitasking è un mito che genera un elevato costo conoscitivo e alti livelli di fatica e stress che, a lungo andare, possono creare problemi.
Oltre il burnout: il rischio di boreout che erode il capitale umano. L’attenzione proattiva e strategica al wellbeing previene non solo il noto rischio di esaurimento professionale (burnout), ma argina un nuovo pericolo silenzioso e ancora più insidioso (il boreout) che porta alla perdita del potenziale delle migliori risorse, minando inevitabilmente anche la produttività complessiva, con impatti catastrofici sul business.
“Il successo di questa prima edizione del Wellbeing Happiness Forum – dichiarano Kevin Giorgis e Stefano Marchese di Ecosistema Formazione Italia (EFI) – conferma che la felicità e il benessere non sono più un optional, ma il motore fondamentale e imprescindibile per la sostenibilità a lungo termine e la prosperità del business moderno. Investire nel benessere è, oggi, l’asset competitivo chiave che nessuna azienda può permettersi di ignorare. Stiamo già lavorando all’edizione 2026 perché siamo sicuri che, nei prossimi mesi, questo tema sarà sempre più centrale”.
“Il benessere – aggiunge Silvia Pagliuca, giornalista e co-presentatrice del Wellbeing Happiness Forum – è la nuova frontiera di un’economia che rimette al centro l’umanità, la cura e le relazioni autentiche, anche e soprattutto nell’era dell’intelligenza artificiale. Le aziende più lungimiranti l’hanno compreso e stanno già costruendo strategie di benessere integrato al business“.
“Il wellbeing – conclude Filippo Poletti, giornalista e co-presentatore – non è un benefit, ma la leva che le aziende hanno a disposizione per migliorare la vita dei collaboratori e prosperare. Come dimostrano le ricerche nazionali, più cresce il benessere in azienda e più crescono i risultati di business. Sotto questo aspetto occuparsi di wellbeing non è buonismo, ma sano realismo: un’azienda che investe nel benessere dei dipendenti guarda al suo domani”.
Per maggiori informazioni: https://efi-italia.it/forum



