L’avvocato, Name Partner dello studio Ichino-Brugnatelli di Milano, è stato premiato con il «Leone d’oro Filippo Nicosia» durante i «China Awards»: «Tanti gli elementi che ci accomunano».
Un “colpo di fulmine” che si trasforma in conoscenza approfondita di luoghi, persone e tradizioni, tanto da «usare meglio le bacchette della forchetta» e diventare un ponte economico e culturale tra l’Italia e la Cina. Il legame ultradecennale tra la Cina e l’avvocato Francesco Brugnatelli, Name Partner con l’ex senatore Pietro Ichino dello Studio Ichino-Brugnatelli, si è sviluppato partendo dallo studio del cinese mandarino, passando da legami sempre più stretti con la comunità cinese soprattutto di Milano e arrivando a coniugare l’attività professionale con la cultura e l’economia cinese. Un impegno a 360 gradi, che lo ha portato ad aggiudicarsi il Premio Speciale «Leone d’oro Filippo Nicosia», nella ventesima edizione del «China Awards», organizzato dall’Italy China Council Foundation (ICCF). Il riconoscimento è stato consegnato il 3 dicembre al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, a Milano davanti al Console cinese e a una platea di qualificati imprenditori cinesi e italiani. Il premio è stato assegnato «per l’eccellenza dell’operato giuridico e per l’impegno esemplare nel promuovere il dialogo tra Italia e Cina. L’avvocato Brugnatelli incarna i valori di dedizione, apertura e umanità, contribuendo in modo significativo alla cooperazione bilaterale e alla costruzione di relazioni fondate sulla fiducia e sul rispetto reciproco».
L’incontro con la Cina e gli sviluppi professionali. Il primo contatto tra Brugnatelli e la Cina risale a poco più di una dozzina di anni fa: «Ho cominciato a studiare la lingua e frequentare la comunità cinese in Italia», spiega l’avvocato. Poi sono arrivati i contatti di lavoro, con la consulenza a imprese cinesi che volevano conoscere il panorama normativo nazionale (lato societario e giuslavoristico), che ha portato anche alla pubblicazione della guida «Il diritto del lavoro italiano in pillole – Italian Employment Law in a Nutshell – 意大利劳动法概览», in collaborazione con la Zhejiang University. Lo Studio milanese in passato ha ospitato la sede italiana del Sino-Italy Ningbo Ecological Industrial Park e seguito diversi progetti di investimento cinesi in Italia. Negli ultimi mesi, Brugnatelli fra l’altro ha collaborato (con Infieri srl) alla joint venture commerciale di un’azienda italiana di alta tecnologia specializzata nei sistemi di rilevazione delle micro-imperfezioni del vetro, gestendo il progetto legale cross-border. Non solo consulenza giuridica, ma gestione operativa dei rapporti istituzionali e commerciali con la Cina, dalla definizione dei contratti alle trattative con partner industriali o investitori. Di pochi mesi fa l’ultimo dei numerosi viaggi in Cina, come delegato del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano presso le associazioni locali forensi di Xi’An e Shanghai.
Non solo diritto: lo sguardo sul sociale. L’attività di Brugnatelli non si è limitata al versante giuridico ed economico: l’avvocato è diventato amico di diversi membri di spicco della comunità cinese, così come di italiani che hanno a che fare professionalmente con il mondo cinese. Partecipa attivamente ad incontri e dibattiti, anche per offrire un’immagine non distorta della Cina di oggi, e ha contribuito a realizzare il primo corso di lingua e cultura cinese per la formazione degli avvocati di Milano (insieme all’Associazione MIX). Relazioni coltivate soprattutto nella comunità milanese di via Paolo Sarpi, fatta di lavoratori, piccoli imprenditori e anche di persone con difficoltà. Brugnatelli è stato un punto di riferimento per chi non sarebbe stato in grado di rivolgersi autonomamente alle istituzioni e ha assistito e accompagnato persone in ambiti sanitari, per situazioni di violenza o abuso e nell’orientamento verso strutture di protezione. Per l’avvocato, la Cina è divenuta anche vita famigliare: la moglie è cinese, ogni anno trascorre il Capodanno cinese in Henan dai suoceri, e dal matrimonio è nata una bambina, bilingue di nome e di fatto. «Basta un poco di empatia per entrare in relazione con i cinesi, che sono meno chiusi di quanto si pensi e hanno diverse cose in comune con gli italiani: per esempio, la famiglia e il cibo sono elementi essenziali della vita anche per loro – sottolinea Brugnatelli -. Ora ci sono anche tantissimi giovani cinesi che vengono a studiare in Italia e diversi ragazzi di seconda generazione, che sono perfettamente integrati, soprattutto a Milano; in altre zone d’Italia (ad es. Prato) la comunità cinese incontra maggiori difficoltà nell’apertura, da qui forse i tanti luoghi comuni su di loro».



