È possibile una fase di importante riorganizzazione della logistica in Italia?

Alcune delle più grandi aziende del settore sono da mesi al centro dell’attenzione.

Una scossa, per il settore e per i suoi tanti mercati, che potrebbe rappresentare una grande opportunità.

Indagini, proposte di legge e interrogazioni parlamentari: il futuro della logistica in questo momento sembra pieno di ombre e di dubbi. Ma non tutti la pensano così. È senza dubbio una scossa per il settore e per i suoi tanti mercati, ma anche una grandissima opportunità. 

“A livello macro – precisa infatti il Prof. Raffaele Ghedini, economista che da decenni si occupa del settore –il fatto che l’Autorità Pubblica si occupi della logistica, che ci siano Giudici che vogliono verificare la correttezza di certe dinamiche consolidate, che il Governo si preoccupi di comportamenti diffusi nel settore, che il Parlamento ne discuta, è molto positivo. Ciò fa parte delle corrette dinamiche di gestione di qualunque attività rilevante per il Paese e che la logistica abbia rilevanza nel nostro, come in tutti i Paesi del mondo, è una realtà che il Covid-19 ha reso manifesta”. 

Oggi, con una serie di conflitti in molti angoli del globo i temi geo-climatologici, geo-demografici e geo-politici rimettono in ordine l’agenda, evidenziando le priorità essenziali: la disponibilità delle materie prime, la capacità di produzione alimentare, la capacità di difesa militare, l’indipendenza del proprio debito nazionale dall’estero e pochissimi altri argomenti, tra cui la disponibilità di una logistica efficiente, di qualità ed autonoma. 

La domanda è: l’Italia ha una logistica efficiente, di qualità ed autonoma? “È del tutto evidente – continua

Raffaele Ghedini – che oggi il nostro Paese non ha una logistica efficiente, di qualità ed autonoma. Partiamo dall’autonomia. Fino a poco tempo fa, avevamo in Italia il corriere espresso in assoluto più capillare e completo, di proprietà privata, e un corriere di proprietà pubblica che, appoggiandosi alla capillarità unica ed inarrivabile della struttura postale – quella del suo azionista – avrebbe potuto diventare il primo operatore italiano da almeno 10 anni. E invece? Il primo è stato venduto, non è più di proprietà italiana, il secondo, intrapresa finalmente la strada dovuta ma troppo in ritardo, insegue Amazon a cui, nel frattempo, è stato concesso di fare tutto ciò che voleva” 

E, dopo un’analisi dei problemi legati alle altre due caratteristiche, efficienza e qualità, ecco la visione positiva. “I comportamenti delle Autorità pubbliche – prosegue Raffaele Ghedini – stanno creando, anzi io direi che hanno già creato, le condizioni ed il contesto generale entro il quale potrebbe essere assunto, da qualcuno degli operatori giganteschi che sono stati interessati dalle indagini, un comportamento che innescherebbe un esito straordinariamente positivo di questa vicenda. Se guardiamo alla situazione con l’occhio dell’analista socio-economico, ciò che sta avvenendo è sintetizzabile in un crollo di reputazione, una delle situazioni peggiori che possano capitare ad operatori economici di grande notorietà. La Teoria dei Giochi ci insegna che un attore ha un solo modo per superare l’handicap spaventoso rappresentato da un crollo di reputazione forte ed improvviso, ed è un enorme investimento in reputazione, che ha tanta più probabilità di essere efficace quanto più sono alte: la coerenza rispetto alle determinanti del crollo subito, e la non reversibilità dell’intervento. Quanto alla prima, sappiamo che le determinanti del crollo di reputazione sono state le implicazioni dello sfruttamento eccessivo della terziarizzazione: e cosa c’è di più coerente della rinuncia alla terziarizzazione? Quanto all’irreversibilità, poi, direi che le normative italiane nella sostanza la garantiscano piuttosto bene. Mi aspetto questa mossa, e lo dico, da parecchio: se chi avrà il coraggio di giocarla lo farà bene, questa sarà una strategia di efficacia spaventosa, capace di regalare un vantaggio enorme a chi la utilizzerà, ma anche di spingere nella corretta direzione tutto il settore, portando nel tempo ad una ristrutturazione positiva di tutta la logistica, con benefici generali di sistema, per tutto il Paese, inimmaginabili. Parlo di giocarla bene perché anche un gigante non potrà chiedere di essere pagato di più solo perché ha riassunto tutti: dovrà essere capace di assicurare, con gli operatori diretti, una qualità di servizio superiore. Questo processo, se iniziato da qualche gigante, darebbe a lui un vantaggio enorme e attiverebbe una catena di trasmissione che interesserebbe tutto il settore. A quel punto, ad un settore riorganizzato anche la committenza dovrebbe riconoscere prezzi diversi a qualità diverse e, alla fine, scoprirebbe di essere la prima beneficiaria diretta di questa rivoluzione”. 

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