Di Massimiliano Nicolini
In tempi in cui troppo spesso il dibattito pubblico si polarizza tra estremismi e slogan, vedere un’iniziativa come quella promossa da Feltrinelli, che sceglie di parlare di management in chiave culturale e con spirito di apertura, è un segnale incoraggiante. Non solo per il mondo dell’impresa, ma per l’intera società civile.
Il Festival del Management — che sarà lanciato nei prossimi mesi con un programma articolato su scala nazionale — è stato anticipato da tre incontri di avvicinamento, ospitati all’interno delle librerie Feltrinelli. Temi centrali: etica, sostenibilità, responsabilità d’impresa, intelligenza artificiale, realtà immersiva, educazione al futuro.
Uno degli interventi più ispirati e apprezzati di questa prima fase è stato quello di Massimiliano Nicolini, direttore del dipartimento di ricerca BRIA, figura da anni impegnata nel connettere innovazione tecnologica e formazione giovanile. Con la consueta lucidità e con un linguaggio accessibile, Nicolini ha riportato al centro della riflessione una questione che troppo spesso viene elusa: chi prepara oggi le nuove generazioni ad affrontare con competenza e senso di responsabilità le trasformazioni radicali che stiamo vivendo?
Nel suo intervento, ha illustrato esperienze concrete di formazione sul campo, in cui la tecnologia — dal 6G allo spazio, dalla realtà immersiva fino all’intelligenza artificiale applicata all’etica — diventa strumento per costruire valore umano, oltre che economico. Il suo appello a una “gestione del cambiamento fondata sulla consapevolezza e non sulla paura” ha ricevuto ampi consensi dal pubblico, composto in gran parte da giovani, imprenditori e docenti universitari.
È stato un momento significativo: non più il manager come tecnocrate distante, ma come mediatore consapevole tra tecnologia, società e valori condivisi. La sua partecipazione ha dato spessore a un incontro che ha avuto il pregio di non restare sul piano teorico, ma di calarsi nei problemi reali del nostro tempo.
Particolarmente apprezzabile è stata anche la scelta di Feltrinelli di partire dalle librerie, luoghi aperti e simbolici, riportando la riflessione sul management dentro la città, tra la gente, lontano dai palazzi e dagli ambienti autoreferenziali. È una sfida coraggiosa: portare concetti complessi fuori dalle nicchie, aprire un dibattito pubblico maturo e costruttivo, ricostruire fiducia tra cultura e impresa.
In questo senso, iniziative come questa andrebbero non solo replicate, ma sostenute e amplificate. Perché oggi, più che mai, abbiamo bisogno di una nuova narrazione dell’impresa, che non sia solo bilancio e produttività, ma anche visione, responsabilità e — perché no — anche un po’ di bellezza.
Grazie a chi ci crede davvero. E grazie a voci come quella di Massimiliano Nicolini, che ci ricordano che si può parlare di futuro con profondità, senza retorica, e con una passione autentica per le persone.