AI, fattore umano e servizio localizzato: il cambio di rotta della cybersecurity verso un approccio sistemico 

A Cybertech Europe 2025 Marco Lucchina, Country Manager di Cynet per Italia, Spagna e Portogallo e Andrea Zani, VP Cynet Southern & Eastern Europe si esprimono sul futuro della sicurezza informatica.

In occasione di Cybertech Europe 2025Marco Lucchina, Country Manager di Cynet per Italia, Spagna e Portogallo e Andrea Zani, VP Southern & Eastern Europe  , hanno condiviso una riflessione sul ruolo strategico dell’Italia nel piano di crescita aziendale, ma anche sull’evoluzione delle minacce cyber in un contesto sempre più complesso e interconnesso.

Grazie agli investimenti effettuati in Italia, ad oggi quasi la totalità dei servizi per i clienti del nostro Paese viene erogata localmente, con personale italiano e competenze sviluppate sul territorio,” afferma Andrea Zani, VP Southern & Eastern Europe“Questo non solo garantisce prossimità e comprensione linguistica, ma consolida l’Italia come nostro hub operativo di riferimento in tutta Europa.”

Tra i principali spunti di riflessione legati alla trasformazione radicale del panorama IT, c’è anche quello delle implicazioni della crescita dell’Intelligenza Artificiale nel settore. Secondo il Country Manager Marco Lucchina, infatti, l’IA rappresenta una straordinaria opportunità, ma solo se adeguatamente ‘formata’: “Oggi si parla molto dell’uso di questo strumento a più livelli, ma la vera sfida in realtà è saperlo addestrare con dati corretti e contestualizzati. È fondamentale fornire un insieme di informazioni completo e coerente, affinché l’IA sia in grado di individuare comportamenti anomali e minacce silenti che sfuggono ai paradigmi tradizionali di detection.”
 
Un altro tema emerso durante l’evento è quanto l’evoluzione delle metodologie d’attacco stia ridefinendo di conseguenza le logiche della difesa“Non basta più disporre della miglior soluzione di sicurezza per ogni singolo ambito. Serve un approccio sistemico, basato su un’integrazione reale delle informazioni e su un unico data lake dove far convergere le telemetrie, perché solo da lì gli algoritmi di Intelligenza Artificiale possono apprendere in modo efficace”, continua Lucchina.
Tale analisi conferma come gli attacchi stiano diventando sempre più mirati e persistenti. “Oggi non possiamo più parlare solo di detection perché la compromissione avviene quasi in tempo reale quando un’azienda espone una vulnerabilità. Gli attaccanti utilizzano agenti autonomi in grado di analizzare il contesto e selezionare solo le informazioni più rilevanti da esportare, senza lasciare tracce evidenti.”
 
Di fronte a questa complessità, la soluzione non può che passare da una collaborazione sempre più stretta tra tecnologia e capitale umano. “Si pensa erroneamente che l’Intelligenza Artificiale andrà a sostituire l’uomo. In realtà, ne accrescerà il ruolo nelle fasi di controllo e supervisione. Nella nostra visione, la sicurezza informatica deve essere considerata come un ecosistema aperto, in cui le tecnologie dialogano tra loro, condividono informazioni e si rafforzano reciprocamente. Ma il cuore di questo ecosistema restano le persone: sono loro a interpretare i dati, a riconoscere comportamenti anomali e a trasformare gli alert in azioni concrete. Per questo servono skill tecniche più avanzate, capacità di analisi e decisione. E soprattutto è necessario formare nuove figure professionali, perché il mercato oggi non ne offre a sufficienza”, conclude Lucchina.

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