Arriva Amalia, la piattaforma che tramite AI e algoritmi, trova il caregiver giusto per ogni anziano

La startup innovativa, grazie alla tecnologia, agevola le famiglie nella ricerca del badante più idoneo per esperienza, competenze, tratti caratteriali e personali dell’anziano da assistere

Amalia fornisce supporto contrattuale e assistenza alle famiglie ma anche alle badanti puntando a contrastare il burnout e la “sindrome Italia”, il malessere delle lavoratrici straniere

La startup ha finora gestito 635 famiglie totali, ha ricevuto oltre  57.950 candidature di badanti ed ha generato quasi 3,5 milioni € di stipendi per i lavoratori.

Le badanti in Italia sono circa 1,12 milioni, per il 91% donne e per il 70% straniere, sulla base degli ultimi dati disponibili, elaborati dalla SDA Bocconi. Numero,  destinato a crescere per un fattore puramente demografico, dal momento che nel 2042 si prevede che gli over65 saranno quasi 19.000.000, il 34% della popolazione e le fasce di età che cresceranno di più saranno quelle di 75-84 anni e di 85 anni e più.

Inoltre, il problema riscontrato da molte famiglie alla ricerca di un badante consiste nella difficoltà di distinguere questi professionisti qualificati dalle persone senza esperienza che si improvvisano caregiver. All’interno di questa platea di professionisti, inoltre, non tutti gli assistenti sono compatibili con le esigenze, il carattere e le preferenze dell’anziano da accudire

Proprio per supportare le famiglie nella ricerca del badante più idoneo per esperienza, competenze, tratti caratteriali e personali dell’anziano da assistere nasce Amalia www.amaliacare.it, la piattaforma che tramite AI e algoritmi, trova il caregiver giusto per ogni anziano. La startup inoltre, mira a fornire un ausilio concreto ai caregiver puntando a contrastare il burnout e la “sindrome Italia”, termine medico usato per indicare l’insieme di malattie invalidanti che colpisce le donne dell’Est che condividono una storia precisa: gli anni vissuti come migranti in Italia, lavorando come colf e assistenti familiari, lontane dalle loro famiglie e dai loro figli. 

Le co-founder: “Abbiamo lasciato i nostri lavori per incrementare il servizio di assistenza delle persone fragili”

Amalia nasce dalle esperienze personali e familiari delle due imprenditrici che hanno fondato la startup. Sonia Paonessa, con esperienza pluriennale nell’assistenza familiare e Eliana Pèrez, figlia di assistente familiare. “Attraverso i nostri vissuti personali e professionali – spiegano le due co-founder – ci siamo rese conto che vi era un gap nei servizi di assistenza alle persone fragili, principalmente nella ricerca e selezione del giusto caregiver. Per questo, abbiamo pensato di lasciare i nostri lavori precedenti e creare il nostro progetto, puntando principalmente a cambiare il metodo di selezione, facendo in modo che ogni famiglia possa trovare il caregiver ideale per la situazione specifica: un assistente in grado di inserirsi nella vita dell’anziano e di costruire un rapporto duraturo con la famiglia”.

Così Sonia ed Eliana, nell’ottobre 2020 decidono di fondare la startup, con sede a Brescia, con una mission principale: facilitare l’incontro e la gestione di caregiver professionali per l’assistenza agli anziani. Come? attraverso un innovativo processo di selezione in grado di soddisfare le esigenze sempre più complesse delle famiglie. Si parte dallo studio approfondito della situazione della persona da assistere poi si individuano tutte le caratteristiche che deve avere il caregiver ideale ed infine attraverso algoritmi e domande adattive, la startup è in grado di individuare il match perfetto, quindi l’assistente familiare con il giusto mix di esperienza, competenza, disponibilità e tratti caratteriali. 

Il consolidamento nel mercato italiano e due nuovi sedi in Italia: gli obiettivi della startup

Sulla piattaforma sono 19 le regioni italiane coperte. La startup ha finora gestito 635 famiglie totali, ha ricevuto oltre 57.950 candidature di badanti ed ha generato quasi 3,5 milioni € di stipendi per i lavoratori.

Tra i nostri obiettivi – spiegano le co-founder – vi è quello di consolidarsi nel mercato italiano, implementare la tecnologia, supportare almeno 700 famiglie nella ricerca del caregiver adatto alle esigenze del proprio anziano e aprire due sedi, nello specifico a Milano e Torino”. 

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