Burnout, noia, equilibrio tra lavoro e vita privata, le ricadute della pandemia: sono tutti fattori che stanno contribuendo a far crescere lo stress nell’ambiente di lavoro. Come rilevato anche dalla Ricerca 2022 dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, soltanto il 9% dei lavoratori italiani dichiara di “stare bene” dal punto di vista fisico, sociale ed emotivo sul luogo di lavoro. In particolare, il fronte più critico è quello psicologico, per il quale l’impatto più forte è dato dalla cosiddetta “work intensification”, ossia la sensazione di essere sempre di fretta e in corsa contro il tempo. Non mancano, poi, gli episodi di ansia e/o stress legati, ad esempio, al carico di lavoro o alle relazioni conflittuali con colleghi e responsabili e, infatti, ben quattro persone su dieci dichiarano almeno un’assenza dal lavoro nell’ultimo anno per malessere emotivo.
Costruire un ambiente di lavoro improntato al benessere e alla salute mentale
Promuovere il benessere del personale e percorsi di formazione sulla salute mentale nell’ambiente di lavoro è tra le priorità dei leader HR che vogliono trattenere le persone migliori e contribuire al successo dell’azienda. Naturalmente non esistono due aziende uguali. Sottoporre con regolarità questionari ai dipendenti rimane il modo migliore per capire esattamente cosa succeda nelle loro menti. Ma in base alle ricerche più recenti, vi sono dei metodi da cui i leader HR possono partire per costruire un ambiente di lavoro più sano. Gli esperti di CoachHub, la più grande realtà d’Europa specializzata nel coaching digitale, ne suggeriscono tre messe a punto dall’American Psychological Association.
- Lasciare libertà ai propri collaboratori di decidere dove, quando e come lavorare
Sembra una cosa semplice ma per molte aziende non è così. I motivi a sfavore di forme di lavoro flessibile possono variare da azienda ad azienda, ma sostanzialmente possiamo ricondurle a due aspetti: paura e controllo. Se non possono vederti, allora danno per scontato che tu non stia facendo quello che dovresti fare. Il mondo è pieno di “leader” che la pensano in questo modo, malgrado la quantità di studi che li smentiscono. Occorre, invece, trovare un modo per fidarsi dei propri dipendenti e allo stesso tempo conquistare la loro fiducia.
- Sviluppare programmi e policy a supporto della salute mentale
Molto di ciò che determina il successo dipende da quanto i dipendenti sono “ingaggiati”. Quando i dipendenti sono stressati, l’engagement nelle attività quotidiane subisce un drastico calo. E questo costa alle aziende milioni ogni anno. É vero che instaurare programmi e policy che supportano la salute mentale dei dipendenti richiede un budget, ma il costo è trascurabile rispetto alla ridotta produttività, alla mancanza di innovazione, al disinteresse, all’assenteismo e ad altri problemi che derivano dal mancato coinvolgimento delle persone. Programmi che promuovono il benessere sul lavoro e un ambiente di lavoro che si prende cura delle persone possono fare molto per garantire che i propri collaboratori siano ingaggiati, in salute e soddisfatti della propria vita professionale.
- Osservare con sguardo critico le policy di equità, diversità e inclusione
Molte aziende parlano di diversità, ma poche ottengono dei risultati concreti. Come sottolinea il coach Kaveh Mir, “diversità non implica necessariamente inclusione. Talvolta, abbiamo diversità, ma non inclusione. Diversità significa avere tutti attorno al tavolo; inclusione significa che tutti sentono di poter parlare liberamente”. Secondo il primo rapporto tematico di genere realizzato da AlmaLaurea, le donne laureate in Italia guadagnano ancora il 20% in meno rispetto agli uomini. Risolvere il problema si riduce a una cosa sola: smettere di parlare e iniziare a fare.
Favorire un ambiente di lavoro improntato al benessere e alla salute mentale dei dipendenti è positivo per tutte le persone coinvolte: gli azionisti che cercano il profitto, i CFO che cercano la possibilità di risparmiare, i manager che vogliono sviluppare team ad alte prestazioni e i dipendenti che chiedono di trascorrere il proprio tempo in un ambiente positivo, dove sono considerati persone nella loro interezza e non solo “lavoratori” o, peggio ancora, “organico”.
I vantaggi del digital coaching per il benessere e la salute mentale
Il digital coaching è un asset potente per le organizzazioni che intendono promuovere il benessere dei propri collaboratori e salvaguardarne la salute mentale. Come dimostra il recente report Total Economic Impact (TEI), commissionato da CoachHub e realizzato da Forrester Consulting, vi sono diversi grandi vantaggi che il coaching porta al benessere dei dipendenti, primi fra tutti: un morale più alto e una maggiore apertura rispetto ai processi di business e alle politiche di cambiamento.
Più in generale, il report indica come il coaching on demand migliori le performance dei singoli e delle organizzazioni. In base allo studio Forrester, le imprese che hanno utilizzato per tre anni la piattaforma di coaching one-on-one basata su AI sviluppata da CoachHub hanno registrato un ROI del 260%, un valore attuale netto di 3,3 milioni di dollari, incrementi di produttività fino a 115,9 milioni di dollari, un miglioramento del 3-5% nella capacità di trattenere i talenti e il risparmio di 1 ora di tempo delle HR per ogni dipendente.