E-commerce B2B in crescita: in Italia vale oltre 468 miliardi di euro

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Nel nostro Paese, nel 2022, il valore complessivo del settore e-commerce B2B ammontava a 468 miliardi di euro, cifra che racchiude le transazioni in cui gli ordini sono scambiati in formato digitale dalle aziende. Rispetto al 2021, si è registrato un aumento del 3%, segnalando una tendenza di crescita. Va tuttavia notato che la quota di incidenza delle transazioni si è mantenuta stabile al 21%.

Si tratta di un fatto inusuale, che non si verificava dal 2015. Tale stabilità potrebbe suggerire un momento di consolidamento degli investimenti effettuati durante la pandemia, periodo in cui molte aziende avevano introdotto nuovi canali e strumenti digitali per adattarsi alle circostanze. Nonostante l’ampia diffusione delle tecnologie per le transazioni digitali, la penetrazione dell’e-commerce B2B risulta ancora limitata. 

L’Italia si distingue in Europa nell’ambito della fatturazione elettronica, avendo introdotto l’obbligo generalizzato. Tuttavia, rimane ancora un aspetto da perfezionare per completare l’intero processo di digitalizzazione degli ordini: la fase di consegna. Oggi, infatti, appena il 34% delle aziende del nostro Paese redige Documenti di Trasporto digitali e soltanto una su quattro ne riceve.

Riguardo invece ai processi amministrativi e contabili delle imprese, sono le operazioni interne a essere più avanzate in termini di digitalizzazione, sebbene il livello raggiunto non sia ancora del tutto soddisfacente.

Sono solo alcuni dei dati che emergono dallo studio condotto dall’Osservatorio Digital B2B della School of Management del Politecnico di Milano, presentato nel corso del convegno “Digital B2B: chi si ferma è perduto!” lo scorso giugno.

Le tecnologie impiegate in ambito e-commerce B2B

Tra le tecnologie che consentono l’integrazione tra imprese, nel corso del 2022, quasi 24.000 realtà del nostro Paese hanno adottato l’EDI (Electronic Data Interchange), un sistema di interscambio dei dati che automatizza la gestione di documenti amministrativi e commerciali. Si è dunque assistito ad un incremento del 14% rispetto all’anno precedente, con uno scambio di oltre 135 milioni di documenti.

Il 17% delle aziende italiane dispone di un portale B2B per facilitare la connessione con i propri partner e agevolare lo scambio dei documenti chiave nel processo di ordine. I portali, inizialmente concepiti come repository semplici, si stanno trasformando in vere e proprie centrali operative, in cui è possibile aggregare tutti i documenti relativi al ciclo esecutivo, indipendentemente dal canale attraverso il quale avviene lo scambio.

Riguardo alle tecnologie digitali dedicate alla vendita, invece, il 6% delle imprese usa Marketplace B2B, che hanno registrato un aumento del 33% nel 2022. Vengono principalmente utilizzati per la commercializzazione di prodotti, ma fungono anche da vetrine per esporre l’offerta aziendale. Senza scordare, poi, che circa il 18% delle aziende dispone di un proprio sito B2B, dove i clienti possono esaminare o acquistare prodotti e servizi.

L’importanza dei documenti di trasporto

Attualmente, soltanto il 34% delle aziende italiane emette Documenti di Trasporto in formato digitale, e una su quattro ne riceve. Esiste, inoltre, la possibilità di digitalizzare anche il CMR, ovvero la lettera di vettura internazionale utilizzata a livello comunitario per il trasporto su strada di merci a pagamento attraverso veicoli. Tuttavia, al momento, solo l’8% delle imprese del nostro Paese ne fa uso.

Le sfide coinvolte nella digitalizzazione del processo di consegna sono molteplici: è necessario allineare numerosi attori rispetto agli standard e alle procedure, coordinare diverse fasi e gestire una molteplicità di documenti. Tuttavia, più alto è il livello di digitalizzazione del processo, maggiori sono i livelli di efficacia che possono essere raggiunti.

Firme informatiche per la conservazione dei documenti

Nel contesto della digitalizzazione dei processi interni, l’adozione delle firme informatiche è una pratica sempre più diffusa. Sono ormai utilizzate da quasi la metà delle imprese italiane e risultano essenziali per autenticare contratti e fatture elettroniche.

Il numero dei certificati di firma attivi rilasciati a imprese e privati supera i 29 milioni, registrando un aumento del +0,4% rispetto al 2021 e un incremento del +33% rispetto al periodo pre-pandemia. Cresce, inoltre, anche l’effettivo utilizzo delle firme, con un totale di 5,81 miliardi di firme registrate nel 2022, rispetto ai 4,82 miliardi dell’anno precedente.

La firma informatica rappresenta uno dei servizi fiduciari regolamentati da eIDAS, insieme a sigilli elettronici, servizi di recapito certificato, time stamping e certificati di autenticazione (TLS) per siti web. L’interazione sinergica tra questi servizi è sempre più consolidata: a livello europeo, si contano 225 fornitori qualificati di servizi fiduciari (QTSP), di cui 20 operano in Italia.

Quanto alla conservazione digitale dei documenti, ha subito rilevanti variazioni a seguito della modifica nelle linee guida AgID, applicate dal 01/01/2022. Prevedono nuovi requisiti per le imprese, tra cui la necessità di creare un manuale di conservazione e di designare un responsabile. Fino a maggio 2023, sono 62 i soggetti registrati presso il nuovo marketplace AgID, una piattaforma attraverso cui le amministrazioni pubbliche e i privati possono individuare i fornitori di servizi di conservazione.

Fatturazione elettronica: a che punto siamo in Europa

L’Italia si è guadagnata una posizione di primato in Europa grazie all’implementazione di un sistema di fatturazione elettronica su misura, anche se già altri Paesi, come Polonia e Francia, hanno iniziato a muovere i primi passi per adottare un sistema simile. Tuttavia, potranno continuare a utilizzare il loro sistema attuale per le transazioni domestiche e garantire piena interoperabilità entro il 2028, secondo la proposta della Direttiva “IVA nell’era digitale” (VAT in the Digital Age).

Tale proposta prevede l’introduzione, dal 2028, di un obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni intra-UE. Il nuovo sistema utilizzerà un unico formato europeo (UBL e CII).

Per quanto riguarda i Paesi che finora non hanno adottato un obbligo di fatturazione elettronica B2B, saranno chiamati ad implementare immediatamente il nuovo sistema unificato, se la proposta verrà approvata.

Occorre sottolineare, infine, che si tratta di un processo ancora in evoluzione, motivo per cui l’Osservatorio Digital B2B ha lanciato l’International Observatory on Electronic Invoicing, con l’obiettivo di monitorare lo sviluppo della situazione e cercare di influenzare le decisioni future.

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