Scandit, leader nelle soluzioni di smart data capture, ha condiviso oggi Global Delivery Insight – Driver Views from the Last Mile, un report completo che esamina lo stato del settore delle delivery, basato sulle opinioni di oltre 1.200 delivery driver di 11 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia. La ricerca rivela la continua trasformazione del ruolo dei driver addetti alle consegne e l’incremento del loro carico di lavoro e delle pressioni che devono gestire. Di seguito i punti salienti per l’Italia.
Il 68% dei driver ha dichiarato che il volume delle consegne è aumentato negli ultimi cinque anni e che, in media, consegna dieci pacchi all’ora. L’aumento del volume è accentuato dal cambiamento del lavoro: il 71% ha dichiarato di dover completare le consegne in diversi punti, mentre il 66% che ora ci si aspetta che lavorino più velocemente, e il 61% ha riferito di un aumento di nuove attività da dover svolgere.
Con particolare attenzione ai fattori di stress, i driver italiani hanno citato il traffico e gli indirizzi inaccessibili (entrambi al 27%) come le maggiori sfide per svolgere il proprio lavoro. Mentre i clienti maleducati (25%) e la presenza di un animale aggressivo nella proprietà (15%) sono gli altri due fattori che più incidono sul livello di stress dei driver.
“La nostra ricerca ha messo in luce una forza lavoro sottoposta a un forte stress”, ha dichiarato Samuel Mueller, CEO e co-founder di Scandit. “Mentre le aziende di delivery hanno innovato e diversificato le loro offerte per soddisfare la domanda dei consumatori, i driver in prima linea sentono la pressione per i cambiamenti del ruolo, l’aumento dei volumi delle consegne e le aspettative di delivery rapida. Ora spetta alle aziende implementare la giusta tecnologia per attrarre, sostenere e trattenere questa forza lavoro, che è così fondamentale.”
In Italia, il 78% dei driver utilizza uno smartphone per completare le attività di delivery, tra cui fornire una prova di consegna alla porta, verificare l’età o l’identità, e comunicare con i clienti e la sede centrale durante il turno. Inoltre, solo il 19% dei driver si affida a un dispositivo di scansione dedicato, mentre il 3% non utilizza alcun dispositivo per tracciare le consegne.
I cambiamenti del settore
L’elevato volume e l’evoluzione del carico di lavoro sono ulteriormente intensificati dalla carenza di personale e dalle sfide per la retention, con il 42% degli intervistati nel nostro Paese che dichiara che la carenza di personale è aumentata negli ultimi cinque anni. La maggior parte dei driver (71%) ha dichiarato di aver cambiato lavoro negli ultimi due anni, di cui il 52% nell’ultimo anno. Molti di questi cambiamenti di lavoro avvengono all’interno del settore stesso, dato che il 76% in Italia aveva precedentemente un lavoro nel settore delle delivery. La ricerca ha anche rivelato che il 23% combina questo lavoro con un altro, con il 4% che svolge due o più lavori.
Nonostante questa situazione e l’elevato turnover, il settore delle delivery è ancora attraente per la sua forza lavoro: 9 driver su 10 raccomanderebbero il proprio datore di lavoro attuale. Offre comunque opportunità di lavoro flessibili e permette di perseguire carriere e attività diverse. “Questo settore ha bisogno di una forza lavoro flessibile, una parte significativa della quale è spesso impiegata nella gig economy o per dei part-time, per gestire picchi di domanda imprevisti o non programmati. Ma questa forza lavoro è ben preparata e richiederà, non solo un solido pacchetto di stipendi e benefit, ma anche modelli di lavoro flessibili, un’azienda con una forte brand reputation e, soprattutto, la fornitura di tecnologia ad alte prestazioni per portare a termine le loro task sempre più demanding.” ha continuato Samuel Mueller.
La ricerca, in Italia, ha evidenziato una ripartizione 53%-47% tra lavoratori con contratto e lavoratori a chiamata. Indipendentemente dal loro status lavorativo, i delivery driver cercano cinque caratteristiche principali dal loro datore di lavoro: sono chiaramente importanti lo stipendio e i benefit, rispettivamente il 34% e il 25% li sceglie come motivi principali per accettare un ruolo; ma anche l’equilibrio tra lavoro e vita privata è un fattore importante (31%); mentre il 33% sceglierà un nuovo datore di lavoro piuttosto che un altro sulla base della brand reputation; infine, il 22% sceglie un ruolo in base al tipo di tecnologia che gli viene fornita per svolgere le proprie mansioni.
Fornire una tecnologia efficace è fondamentale per attrarre, responsabilizzare e supportare adeguatamente i driver nello svolgimento delle mansioni sotto tutti i punti di vista. Gli smartphone sono un dispositivo con un’interfaccia intuitiva, ideale per i lavoratori a chiamata che spesso adottano il modello BYOD (Bring Your Own Device). Se dotati di un sistema di smart data capture, i driver hanno la possibilità di gestire un’ampia gamma di attività nell’intero workflow dell’ultimo miglio. La ricerca ha dimostrato che le aziende di delivery hanno enormi opportunità di abilitare i driver con funzionalità aggiuntive in tutti i flussi di lavoro. Il 77% dei driver non usa il proprio dispositivo per facilitare il carico del furgone, l’80% non lo usa per kerbside delivery e il 76% non ha abilitato la verifica dell’identità: tutte cose che possono essere gestite al meglio con la tecnologia Scandit Smart Data Capture.
Informazioni sulla ricerca
Scandit e Opinium hanno intervistato 1.217 delivery driver in 11 mercati ad agosto 2022. I driver provengono da Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, Italia, Stati Uniti, Brasile, Messico, Giappone, Australia e India. Tra questi figurano lavoratori a chiamata, lavoratori autonomi a tempo determinato e driver a tempo pieno. I risultati completi della ricerca, comprese le variazioni internazionali, sono disponibili su richiesta. Le prossime edizioni di Global Delivery Insight forniranno maggiori dettagli sull’uso della tecnologia e sulle sfide, nonché sui fattori di stress e sulle motivazioni dei driver.