“Parità che genera”: le imprese inclusive fatturano il 23% in più

Il divario di genere in politica e nelle imprese; il vantaggio, anche economico, di certificare la parità; l’inclusione che stimola l’innovazione e porta maggiori profitti; gli strumenti dal pubblico per sanare gli squilibri ancora esistenti: questi i temi attorno ai quali si è sviluppato il dibattito organizzato dall’On. Elena Bonetti, in collaborazione con Comin & Partners, dal titolo “Parità che genera. L’importanza della parità di genere nelle imprese e in politica a 75 anni dall’entrata delle donne in parlamento”.  

L’evento, che si è svolto oggi alle 11:00 presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, si è aperto con un videomessaggio di saluto di Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha così dichiarato: “La parità di genere rappresenta un pilastro della declinazione di sostenibilità sociale. Ce lo ricorda l’Onu, che pone come quinto tra gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile le pari opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. È elemento trasversale nel Pnrr, costruito con una prospettiva di genere. È sotto l’attenzione degli investitori, che sempre più guardano agli obiettivi ESG e alla Gender Equality nelle imprese. Il migliore augurio – e obiettivo – che possiamo regalare alla società è quello di operare affinché  sia possibile superare o eliminare gli ostacoli che si frappongono alla reale partecipazione delle donne alla vita del Paese”.

“La parità di genere e l’empowerment femminile sono una potente leva di sviluppo e di compimento della nostra democrazia. Per il futuro dell’Italia è cruciale raggiungerle, e per questo in questi anni abbiamo scelto un metodo nuovo, un approccio integrato di collaborazione tra istituzioni e imprese, di definizione degli obiettivi e della governance, di valutazione dei risultati. La strategia nazionale e la certificazione per la parità di genere sono due strumenti fondamentali e innovativi, che danno conto di questo metodo legislativo, capace di attivare processi virtuosi e creare alleanze in questa direzione” ha sottolineato l’On. Elena Bonetti, Vicepresidente del Terzo Polo, già Ministra per le pari opportunità e la famiglia.

“Supporto alla genitorialità, cancellazione del gender pay gap, pari opportunità di carriera: le imprese non possono essere lasciate sole. E’ importante che le istituzioni dotino il privato di strumenti pronti all’uso per stimolare un maggior equilibrio tra i generi, a vantaggio di tutta la comunità e del Sistema Paese” ha commentato Elena Di Giovanni, Vice Presidente e Co-Fondatrice di Comin & Partners e moderatrice dell’evento.

I vantaggi legati alla parità di genere sono numerosi. Il percorso di certificazione, che ha una durata media tra i 6 e gli 8 mesi, dà diritto a una decontribuzione il cui massimale raggiunge i 50 mila euro (dati Accredia). Eppure, ad oggi le aziende certificate sono meno di 200 (dati riportati da Il Sole 24 Ore). Non solo, secondo il Diversity Brand Index, le imprese certificate fatturano il 23% in più. Inoltre, incentivare l’equilibrio di genere garantisce una serie di benefici intangibili, tra i quali la spinta all’innovazione e una crescita della reputazione nel mercato.

Dal mondo delle imprese arriva qualche segnale positivo. L’ultima analisi di Manageritalia dimostra che il numero di donne manager cresce del 13,5% (rispetto al 3,6% degli uomini). Restano, però, alcuni rallentamenti negli sviluppi professionali delle donne, legati, per esempio, al congedo di maternità e al cosiddetto “gradino rotto”, ossia lo svantaggio sperimentato dalle professioniste, rispetto ai colleghi, negli scatti di carriera verso i vertici.

Anche in politica è necessario fare dei passi avanti. L’Italia, infatti, si posiziona sotto la media europea. Il nostro Primo Ministro e la leader del primo partito all’opposizione sono donne ma la percentuale femminile di seggi in Parlamento si è abbassata al 31%, segnando il primo calo in 20 anni.

Si riportano a seguire degli estratti dagli interventi degli altri relatori: Ciro Cafiero, Avvocato e Founding Partner Studio legale Cafiero Pezzali e Associati; Fulvia Astolfi, Avvocata e Co-Fondatrice Obiettivo Cinque; Rosalba Benedetto,Direttore Comunicazione, Marketing, Public Affairs e Sostenibilità di Banca Ifis; Eleonora Santi, Direttrice External Affairs Philip Morris Italia; Monica Lucarelli, Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità Comune di Roma; Valeria Manieri, Co-Fondatrice, campaign manager e rapporti esterni Le Contemporanee; Paola Mascaro, Chair G20 Empower Italian Presidency.

“In merito alla parità di genere, i bias della legge sono due: l’egualitarismo e l’astrattezza. D’altro canto, la persona è un universo di sfaccettature da valorizzare. Come uscire da questa generalizzazione? La parità di genere è solo uno dei tanti aspetti della persona che vanno tutelati. Le aree di intervento sono molteplici in azienda, implementando il welfare, l’azione delle risorse umane e il work-life balance. L’azienda che si certifica assume un approccio relazionale con la sua comunità che supera quello del conflitto” così Ciro Cafiero,  Avvocato e Founding Partner Studio legale Cafiero Pezzali e Associati.

“Il legislatore con la Legge Gribaudo ha avuto un grande coraggio: istituire la certificazione di parità. Questa pratica all’inizio può essere sfidante per un’azienda, perché bisogna accettare di intraprendere un percorso di cambiamento. La certificazione della parità di genere è proprio creata per attestare le politiche e le misure concrete adottate al fine di ridurre il divario di genere in relazione alla parità salariale, di gestire e valorizzare le differenze e di tutelare la maternità. Tutti i percorsi di sostenibilità hanno bisogno di coraggio, pazienza e tempo. Anche la certificazione  non fa eccezione e rappresenta uno strumento virtuoso in grado non solo di aumentare la brand awareness o la talent acquisition delle imprese ma consente soprattutto di fare un cambio di direzione in termini di civiltà, dando valore alle persone e alle donne” ha sostenuto Fulvia Astolfi Avvocata e Co-Fondatrice Obiettivo Cinque.

“Come Banca Ifis crediamo fortemente nel valore dell’inclusione, come dimostra il fatto che siamo stati la prima banca italiana a ottenere la certificazione per la parità di genere dal Winning Women Institute. Siamo convinti che l’ascolto delle esigenze delle nostre persone rappresenti la base di partenza per valorizzare le potenzialità di ciascuno, a cominciare da quelle femminili. Per questo motivo lavoriamo quotidianamente per implementare politiche di conciliazione vita-lavoro che comprendano un sistema di congedi parentali, flessibilità di orario e meccanismi di attivazione del part-time o dello smart-working che oggi viene adottato in maniera estensiva. Crediamo che attraverso iniziative di questo tipo sia possibile generare valore sostenibile non solo per la nostra Banca e le nostre persone, ma anche per tutti gli stakeholder a cui ci rivolgiamo ogni giorno” ha dichiarato Rosalba Benedetto, Direttore Comunicazione, Marketing, Public Affairs & Sostenibilità di Banca Ifis.

“Philip Morris è in prima linea per smettere di realizzare un prodotto poco sostenibile come la

sigaretta, in favore di prodotti più innovativi. Un futuro più sostenibile rende necessaria anche la transizione verso l’equilibrio di genere. Per questo, ci siamo rivolti a un ente terzo per certificare la parità salariale. Siamo stati la prima azienda italiana ad aver ricevuto la certificazione equal salary, confermando il nostro impegno per sostenere le pari opportunità nel tempo le affermazioni rilasciate da Eleonora Santi, Direttrice External Affairs Philip Morris Italia.

“Ho sempre provato a fare qualcosa per le donne, affinché la breccia nel tetto di cristallo non fosse solo per me. Quando posso coinvolgo donne nei progetti perché abbiamo un gap da colmare. Portare al Comune di Roma la Certificazione di genere è stata una scommessa ma penso che quando la politica osa riesce a generare. Il Comune di Roma, il più grande e complesso di Italia, puó diventare un modello. Siamo ancora alla fase iniziale, quella di assessment, il percorso sarà lungo ma porterà a un cambiamento. Questa amministrazione ha davvero intrapreso la strada del cambiamento attraverso una progettualitá di visione” così è intervenuta Monica Lucarelli, Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità Comune di Roma.

“Come Contemporanee ci occupiamo di tutti gli ambiti in cui la parità di genere va difesa o riaffermata. La bozza del Codice Appalti ci ha allarmato, abbiamo temuto di tornare indietro. Ci siamo riunite in un appello con oltre 50 organizzazioni. Siamo profondamente convinte che la certificazione di genere sia un meccanismo premiale che non rende più difficoltosa l’assegnazione di una gara d’appalto. Va quindi difesa e promossa” queste le parole di Valeria Manieri, Co-Fondatrice, campaign manager e rapporti esterni Le Contemporanee.

“Nel 2021, l’Italia ha avuto la Presidenza del G20. Una testimonianza di eccellenza. Da quel momento infatti esiste una Conferenza di Ministri e Ministre delle pari opportunità che possono confrontarsi sulle buone pratiche. Nell’ambito di questo ecosistema ho guidato il tavolo espressione dell’impresa. Abbiamo definito una roadmap comune con poche azioni ma concrete, sulla base di una sinergia e reciprocità di impegni tra pubblico e privato” ha evidenziato Paola Mascaro, Chair G20 Empower Italian Presidency.

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