Ne abbiamo avuto conferma in fase di lockdown: l’E-commerce in Italia non è una moda, ma una vera e propria modalità di vendita imprescindibile, un tipo di spesa che fa risparmiare tempo e che permette alle aziende di offrire ai clienti prodotti mirati.
L’eFood è aperto 24/7, evita le code, contribuisce ad aumentare la base clienti ed il fatturato, semplifica la gestione dell’inventario e migliora la reputazione dell’insegna tout court. Un ulteriore vantaggio è profilare meglio il cliente, offrendogli servizi sempre più personalizzati che accrescono a pieno il suo livello di soddisfazione.
Comunque, c’è anche il bisogno di adottare delle accortezze. Per esempio, tra le principali criticità troviamo, per esempio, la necessità di aggiornare in modo costante la piattaforma di vendita online. Viene meno poi l’esperienza multisensoriale, privando il potenziale compratore di vista, olfatto e tatto. Da sottolineare, inoltre, l’importanza delle recensioni pubblicate sul web che possono incidere positivamente o negativamente sulle decisioni di acquisto di potenziali clienti.
A tal proposito, la professoressa Chiara Mauri, vice-direttore della Scuola di Economia e Management della Liuc, responsabile della ricerca insieme a Martina Gurioli, PhD candidate si esprime: “I numeri parlano chiaro. In Italia nel 2020 il tasso di penetrazione dell’eFood è più che raddoppiato, passando dal 6% del 2019 al 14,2% del 2020 (fonte Statista). Nel nostro Paese può crescere ancora molto, soprattutto se si prende a confronto quanto accade negli altri europei, dove questa modalità di acquisto risulta maggiormente consolidata”.