In Parlamento si discute una legge per eliminare le spedizioni gratuite: una norma simile già esisteva ma era stata aggirata facendole pagare 1 centesimo.
Alla Francia i colossi del Web non stanno troppo simpatici: è stata la prima nazione a escogitare una tassazione ad hoc e, sul fronte sindacale, ha dato parecchio filo da torcere ai protagonisti della gig economy, tra cui Amazon. Lo scorso anno, in piena pandemia (periodo d’oro proprio per l’e-commerce), si erano registrati diversi scioperi nei magazzini della realtà fondata da Jeff Bezos che sono terminati quando il Gruppo ha accolto pressoché tutte le istanze sindacali.
Francia vs Amazon, round 2?
Adesso la nuova partita tra la Francia e Amazon si giocherà invece in Parlamento, dove è stato presentato un disegno di legge per salvare le librerie o, per dirla come i promotori (la deputata della formazione centrista e moderata MoDem, Géraldine Bannier e Laure Darcos del partito conservatore Les Républicains), per ridurre la concorrenza sleale posta in essere dal colosso del Web ai danni dei negozi di quartiere.
In particolare, il disegno di legge prevede l’impossibilità, per Amazon, di offrire spedizioni gratuite. Non è chiaro se solo al di sotto di un certo transato o sempre, quando il bene commercializzato appartiene a una determinata categoria merceologica (nel caso di specie, i libri). In realtà, una norma simile esiste già, ed è in vigore dal 2014, ma sia il Gruppo di Andy Jassy, sia altri colossi del Web l’hanno sempre aggirata facendo pagare spese di spedizioni simboliche, di 1 centesimo. Si immagina quindi che il nuovo dl impedisca simili meccanismi furbetti.
Secondo una delle due promotrici, Laure Darcos, che ha all’attivo diversi anni di lavoro nell’editoria francese: «Il mercato principale di Amazon è nei grandi agglomerati urbani, tra le categorie socioprofessionali privilegiate, che sono perfettamente in grado di affrontare un aumento delle tariffe di spedizione», quindi il dl non avrà come conseguenze negative né la riduzione dei libri letti nell’Hexagone, né di far ricadere sul consumatore d’ultima istanza, magari povero, il salvataggio delle librerie fisiche. Del resto, chi non vorrà pagare le spese di spedizione potrà sempre uscire di casa e visitare la libreria più vicina, così da fare un po’ di moto: mens sana in corpore sano…