La pandemia da Covid-19 dà oggi un importante accelerazione all’E-shopping farmaceutico, soprattutto per quanto riguarda la vendita dei farmaci omeopatici, portando così all’acquisto on line anche chi era abituato ai metodi tradizionali, ancorato ai canali fisici. Ma c’è di più: se si guarda ai dati forniti dall’indagine condotta da Doxapharma a riguardo, il 94% degli intervistati continuerà a comprare in rete, 1 su 3 pensa che questo trend è destinato a crescere.
Tuttavia, quello che manca agli E-commerce dei farmaci omeopatici è la consulenza mirata, personalizzata, tanto che il sondaggio mette proprio in evidenza lo specifico bisogno dei consumatori: la presenza di indicazioni terapeutiche nelle confezioni di questi specifici prodotti.
Qualcosa che in Italia, però, non è concesso e che quindi potrebbe avvantaggiare i mercati esteri. «Nel nostro Paese, a differenza che nel resto d’Europa – attacca Gorga, Presidente di Omeoimprese – la legge vieta di fornire indicazioni terapeutiche, mentre all’estero è normale trovare nella confezione di un medicinale il foglietto illustrativo. Si tratta di un farmaco, e come tale viene gestito nell’interesse dell’utilizzatore finale».
E conclude: «Si tratta di un grosso gap che va prontamente colmato dal Governo italiano perché porta perdite di fatturato alle piccole e medie imprese e, di conseguenza, mancato gettito fiscale all’erario. Anche se questo comparto rappresenta poco più dell1% del mercato farmaceutico, contribuisce ogni anno alle casse dello Stato con 50milioni di euro di tasse, dà lavoro a circa 2.000 addetti e, soprattutto nei mesi della pandemia, dei sussidi a pioggia, dei posti di lavoro in bilico, ha sempre assicurato stabilità economica ai propri lavoratori».