L’imprenditore Andrea Febbraio, “Exit-Maker” del mercato digital italiano

Per l’imprenditore napoletano Andrea Febbraio, venture builder seriale, sono già 8 le exit in 10 anni, per un ammontare che supera i 400 milioni di dollari, (considerando il valore totale delle acquisizioni). 

Di certo l’Italia non può vantare un ruolo da protagonista nella scena del marketing digitale. Perciò, viene spontaneo chiedersi se sia effettivamente possibile fare startup in Italia. Così, Febbraio risponde al quesito: “Certo che sì, ma non bisogna sbagliare strategiaIn Italia spesso una volta fondata la startup si punta a raccogliere subito più fondi possibile, ma in questo modo per garantire agli investitori una adeguata plusvalenza con la exit bisogna venderla a una valutazione troppo alta rispetto al mercato in cui opera, oppure attendere anni ed anni”.

Quale sarebbe quindi la giusta strada da intraprendere? L’imprenditore risponde: “Io agisco da venture builder. La ricetta è questa: trovo l’idea, spesso copiandola da qualcosa che sta già avendo successo in altri mercati. Trovo gli investitori, preferendo gli imprenditori rispetto ai fondi e puntando a raccogliere tra 200 e 500 mila euro ancora prima di creare la startup. E poi c’è l’aspetto più importante, trovare un founder bravo a cui affidare la guida operativa della società: il successo dell’operazione è nelle sue mani. Il primo step è arrivare a break even più rapidamente possibile, con l’obiettivo di giungere all’exit a una valutazione adeguata in un tempo indicativo di tre anni dalla fondazione, restituendo agli investitori da tre a 10 volte il capitale investito. Il tempo è un fattore chiave”, conclude.

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