Daje, la startup nata dall’effetto Covid

Dal primo lockdown a Roma è diventato quasi impossibile fare la spesa: lunghe file davanti ai negozi e agli store, mercati rionali diventati inaccessibili a causa delle norme sul distanziamento, e altri disagi. In vista di queste problematiche, molte persone hanno iniziato di fare la spesa online

Tuttavia, gli unici ad essere da tempo attrezzati per questo tipo di pratica sono proprio le stesse e grandi catene di supermercati. 

E’ bene ricordare che in Italia moltissime persone preferiscono comprare i generi alimentari nei piccoli negozi artigianali come, per esempio, pescherie, macellerie, panetterie, pasticcerie, e gelaterie. Quasi tutte queste botteghe non presentano un sito web o una presenza sui social media, e le necessità dei negozianti iniziano a farsi sentire sul fronte digitale: vogliono far sapere ai loro clienti che possono consegnare la merce a casa, accettando ordini con qualsiasi strumento possibile.

Da marzo, immersi in questa surreale situazione, i due giovani romani Jacopo Gambuti e Matteo Proietti hanno iniziato a pensare come poter aiutare questi piccoli negozi di quartiere a intraprendere la strada della vendita online. Da qui, nasce Daje, l’e-commerce di prossimità che permette al cliente di trovare tutti i negozi artigianali che fanno consegne a domicilio.

L’idea di proporre ai singoli negozianti di aprire il proprio e-commerce è stata esclusa a priori: la maggior parte di loro non sa usare un computer. Allo stesso tempo, se ogni negoziante avesse un proprio negozio online, sarebbe estremamente difficile per un cliente fare la spesa. 

In sostanza, Daje ha rappresentato da subito la risoluzione a tutti i problemi dei romani.

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